Significato prognostico dei livelli sierici di acido urico nelle donne con ipertensione gestazionale
L’obiettivo di uno studio è stato quello di verificare, in modo prospettico, se l’acido urico sierico fosse un indicatore adeguato di preeclampsia e/o di parto di neonati piccoli per l'età gestazionale nelle donne con ipertensione gestazionale.
Sono state esaminate 206 primipare, con una singola gravidanza, giunte all’osservazione per una recente insorgenza di ipertensione.
Alla presentazione, sono stati misurati i livelli sierici di acido urico, creatinina, glicemia, emoglobina e piastrine, e la proteinuria a 24 ore, nonché la pressione arteriosa a livello ambulatoriale e durante le 24 ore.
Le donne sono state seguite fino a 1 mese dopo il parto e l'esito della gravidanza è stato registrato.
Dopo l'analisi di regressione logistica, l'acido urico è risultato un predittore significativo di preeclampsia, con un odds ratio ( OR ) non-aggiustato di 9.1 ( p inferiore a 0.001 ).
Dopo aggiustamento per livelli di età, settimana di gestazione, livelli di emoglobina e delle piastrine, creatinina sierica, pressione sistolica e diastolica media, l’odds ratio è sceso a 7.1 ( p inferiore a 0.001 ).
Riguardo all'associazione tra i livelli sierici di acido urico materni e la possibilità di dare alla luce un neonato piccolo-per-l’età-gestazionale, l'odds ratio non-aggiustato è stato pari a 1.7 ( p inferiore a 0.001 ), ed era 1.6 ( p=0.02 ) dopo la correzione.
L’analisi ROC ha mostrato che l'acido urico plasmatico, a un cutoff di 309-pmol/L, era in grado di prevedere lo sviluppo di preeclampsia ( area sotto la curva: 0.955 ), con una sensibilità dell’87.7% e una specificità del 93.3%, e il parto di neonati piccoli per l'età gestazionale ( area sotto la curva: 0.784 ) con sensibilità dell’83.7% e specificità del 71.7%.
In conclusione, i risultati dello studio hanno dimostrato che i livelli sierici di acido urico sono un fattore predittivo affidabile di preeclampsia nelle donne con ipertensione gestazionale. ( Xagena2011 )
Bellomo G et al, Hypertension 2011; 58: 704-708
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